Dancing for the waves, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 90×90 cm
Wandering, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 90×90 cm
Running into the waves, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 90×90 cm
The boy, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Caparica, 2019
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 90×90 cm
Temps primordiaux, 2021
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 90×90 cm
A perfect day, 2020
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Into her thoughts, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Planare, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 35×50 cm
Catch me if you can, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 35×50 cm
Light yellow, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 35×35 cm
Abbaglio, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 35×35 cm
Speed, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
The bug, 2022
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Ascensione, 2022
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
L’épi d’or, 2022
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Fairy tale, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
The scream of the butterfly, 2023
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Buisson ardent, 2022
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Luna indaco, 2020
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Intrighi notturni, 2022
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Inséparables, 2021
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 35×35 cm
Winter is coming, 2021
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 35×35 cm
Solitario, 2020
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 35×35 cm
Crazy birds-Fori imperiali, 2020
Stampa Giclée Fine Art su carta cotone, 70×70 cm
Rimettersi in gioco #1
COMUNICATO STAMPA
Rimettersi in gioco. Una sfida e nel mio caso una prerogativa.
Ho provato più volte a voltare le spalle al mondo dell’arte ma ci sono sempre ricascata e a questo punto ho capito che non riesco proprio a chiudere definitivamente la porta agli artisti e alle mostre. Impossibile!
Dopo un pò mi scatta la nostalgia e mi torna il desiderio di occupare uno spazio con l’arte e allora inizio ad immaginare allestimenti, fili conduttori da seguire per ipotetici testi, nuovi artisti da proporre, artisti dimenticati da riportare in luce…
Insomma, eccomi qui.
Da un lato con progetti complessi e ambiziosi per il pubblico ma di cui è ancora troppo presto parlare, dall’altro, con un nuovo spazio in pieno centro storico da occupare ogni tanto per mostre flash perché della durata di soli tre giorni.
Cotte e mangiate, in toccata e fuga. Un tempo che si addice perfettamente al luogo che è un appartamento attualmente usato per affitti short-term.
Mi è ormai chiaro quanto nella Vita sia importante non perdersi mai d’animo e darsi sempre nuove possibilità ed è per questo che ho scelto, come tema per questi nuovi appuntamenti flash, di girareproprio attorno all’idea del rimettersi in gioco con l’intento di proporre artisti che non hanno avuto dei percorsi lineari, perché si sono fermati per fare altro o perché hanno deciso di dedicarsi all’arte dopo aver fatto tutt’altro.
E allora partiamo, con una donna, Delphine de Malleray, che dallo scattare fotografie con il telefonino ha scelto di dedicarsi in modo più serio all’arte fotografica lasciando andare blocchi e timidezze per dar voce alla sua passione.
Una prima mostra personale per una donna che si è dedicata finora alla famiglia e ad altri percorsi ma che a un certo punto della sua vita ha fatto una scelta forte e di rottura, decidendo di osare e diesporsi e che si avventura ora a briglie sciolte nel mondo dell’arte con ottimi intenti e risultati notevoli.
Delphine de Malleray si è diplomata in storia dell’arte all’Ecole du Louvre e una volta trasferitasi a Roma, dove vive da molti anni, ha collaborato con Ludovico Pratesi ed ha lavorato per un periodo alla Nuova Pesa.
Ripensando ai suoi studi in storia dell’arte basati sul riconoscimento delle opere dei grandi maestri del passato, mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe poi passata dall’osservazione dell’arte alla creazione nel campo dell’arte.
La Vita, che è movimento continuo, trasforma e sorprende sempre e se ci si da la possibilità di far accadere le cose tutto è possibile. Ci muoviamo in un campo dalle infinite opportunità e ci si può sempre rimettere in gioco e allora si, les jeux ne sont pas faits!
In mostra una selezione di opere realizzate dall’artista tra l’Italia e il Portogallo dove ha vissuto per un periodo.
Roma 22.10.23
Elisabetta Giovagnoni
Rimettersi in gioco… e les jeux ne sont pas faits!
Ho conosciuto Delphine de Malleray perché seguiva le mostre che organizzavo, prima con la galleria, poi spostandomi in modo nomade occupando per brevi periodi spazi in vendita o affitto sul mercato immobiliare.
Negli ultimi anni ha iniziato come tanti di noi a fare fotografie col telefonino e a postarle su instagram permettendomi di seguirla.
Per un periodo si è trasferita in Portogallo e l’ho rincontrata per caso quest’estate scoprendo che è tornata a vivere a Roma. Le ho chiesto di poter vedere le sue foto, ci siamo sentite e ho visto il materiale.
In Portogallo ha partecipato a una mostra collettiva e ha potuto mostrarmi varie serie stampate che mi sono piaciute: mi hanno risuonato, hanno un loro quid, una cifra personale.
È passata alla macchina fotografica e sta studiando le tecniche. Usa una Canon digitale e una volta selezionato lo scatto aggiusta lievemente i toni di colore ma non ricorre ad interventi successivi invasivi ed artificiosi.
Definirei le sue fotografie nature, acqua e sapone, come si direbbe per un viso che accoglie i segni dell’età senza volersi trasformare e trovo che questo aspetto sia degno di nota in un mondo dove i mezzi tecnici tendono ad essere abusati e a rendere le opere accattivanti ma in modo innaturale.
Le ho proposto una mostra. Io senza uno spazio fisico, lei un’esordiente ma non una giovane artista.
Nessun problema mi sono detta, anzi, parto con una nuova sfida!
Posso trovare uno spazio in affitto o vendita sul mercato immobiliare, posso trovare una formula per presentare un esordiente non più giovanissima.
Pensato, fatto! Lo spazio esiste, questa casa vacanze che posso usare per mostre flash della durata massima di 3 giorni.
Delphine de Malleray ha iniziato a fotografare nel 2015.
Fino a quel momento considerava il fare fotografie l’interruzione di un momento intimo, privato, da non turbare, da viversi e di cui godere nel qui e ora senza interferenze di nessun genere, senza provare l’urgenza di dover catturare l’istante, bloccarlo in uno scatto e dargli una connotazione temporale.
Allenata all’osservazione per via dei suoi studi all’Ecole du Louvre, camminando in natura a un certo punto ha iniziato a guardarsi attorno con uno sguardo diverso che l’ha portata a vivere il passeggiare come fosse una forma di contemplazione ed in lei è scattato il desiderio di fermare il momento ed anche di uscire dalla propria comfort zone.
Di indole tendenzialmente solitaria e riflessiva, postando i suoi scatti su instagram Delphine de Malleray ha deciso di mettersi in gioco, di esporsi.
Ha fatto della fotografia un mezzo per uscire allo scoperto, vincere la timidezza e con un gesto che per lei ha rappresentato una vera e propria rottura è partita alla scoperta di una nuova Sé stessa che ha scelto di fare ed essere e non più di stare in disparte e osservare.
Per Delphine de Malleray l’atto del fotografare avviene quando entra in quello stato di contemplazione che diviene chiave d’accesso per entrare in comunione con sé stessa e con lo spazio circostante. Da quel luogo intimo e solitario nel quale entra in uno stato simile alla meditazione si guarda attorno e cattura ciò che attira la sua attenzione.
Nel 2017 si è trasferita in Portogallo ed è stato un passaggio decisivo nel suo rapporto con la fotografia. Il mare e la natura portoghese hanno spezzato le sue ultime titubanze, incertezze e timidezze e ci si è dedicata a tempo pieno, smettendo di viverla unicamente come un gioco, un hobby ma come uno strumento per darsi nuove possibilità di espressione e ricerca e farne una vera e propria avventura a cui dedicarsi, con la timida consapevolezza di poterne fare forse un giorno un lavoro.
Questo nuovo viaggio è iniziato camminando lungo il fiume Taje e andando al mare, che ha rappresentato per lei un richiamo forte e quasi istintuale, perché la spiaggia, molto vissuta anche d’inverno, le ha permesso di osservare e fotografare stando a distanza, senza correre il rischio di doversi esporre troppo ed essere vista, permettendole di catturare ciò che più le risuonava sul momento.
Durante il covid ha avuto la fortuna di poter vivere per un paio di settimane in una casa situata in un villaggio contornato da 5000 ettari di terreno. Passeggiando quotidianamente ha potuto vivere una vera e propria full immersion in solitario nella natura sconfinata senza incontrare nessuno per chilometri e chilometri ed è in quel momento che si è fatta strada la consapevolezza di quanto la natura possa portare a vivere veri e propri stati di meditazione.
Con questa sua prima mostra personale vi invito a ripercorrere assieme a lei i momenti di grazia ed ispirazione vissuti negli ultimi anni con un percorso che parte dal mare, passa al volo, arriva in natura ed approda al cielo.
Un insieme di opere dove emerge una cifra stilistica molto personale che varia a secondo del soggetto trattato.
Nelle fotografie della spiaggia colpisce la scelta di una tecnica fotografica dai colori tenui e quasi sbiaditi che a colpo d’occhio fa sembrare gli scatti dei quadri realizzati ad acquarello cui fanno da contraltare altri scatti, come quello della spiaggia affollata, resa invece con colori vividi ed accesi che riesce a restituirci l’atmosfera di un giorno perfetto terso e dal sole caldo e accogliente.
Con gli uccelli e le farfalle in volo il suo linguaggio si avventura invece verso una sorta di astrazione, il paesaggio retrostante sfuma, sintetizza l’idea di velocità e gli uccelli sfrecciano liberi e leggeri mentre le farfalle sono tocchi di colori che si fondono con foglie e fiori.
Della full immersion in natura coglie la maestosità di spighe mosse dal vento che diventano in notturno come ornamenti in materiale prezioso di un drappo scuro.
Della notte in natura Delphine de Malleray riesce a comunicarci il mistero della trasmutazione dei colori che da vividi ed accesi si fanno fosforescenti evocando scenari fiabeschi e magici, penso alla farfalla, un’apparizione leggiadra che mi fa pensare a storie di fate.
Ed infine alzando lo sguardo sorprende la luna tra i rami all’ora del meriggio, quando il giorno cede il passo alla sera e le trame degli alberi possono accendersi di rossi accesi ed il cielo sfumare dall’azzurro all’indaco, o immortala la notte estiva quando la luna si mostra timidamente in tutta la sua bellezza in un groviglio di rami cui fa da sfondo un cielo grigio azzurrastro. E tra le fronde sorprende gli uccelli, meditanti in solitudine, accoppiati ad ammirare la luce del cielo cangiante o liberi mentre spiccano il volo.
Nella Vita di ognuno di noi può accadere l’imprevedibile e capita spesso di andare con la mente a ritroso nella propria storia e da quel punto di vista più ampio ritrovarsi a dirsi con stupore ‘e chi l’avrebbe mai detto che un giorno … ‘
È quanto accaduto a Delphine de Malleray, che mai avrebbe immaginato all’epoca dei suoi studi, una vera e propria scuola dell’osservazione per via dell’allenamento quotidiano a riconoscere opere d’arte, che un giorno avrebbe guardato il mondo con occhi diversi tanto da scegliere di diventare fotografa ed offrire al pubblico in dono i suoi scatti…
Roma 07.11.2023
Elisabetta Giovagnoni